Il corpo dei Bersaglieri costituito ufficialmente il 18 giugno 1836 per opera del capitano Alessandro La Marmora come unità militare di fanteria d’assalto leggera, si distinse per agilità e velocità di spostamento sui campi di battaglia durante tutto il periodo delle guerre risorgimentali.
L’evoluzione più significativa di questa specialità dell’esercito fu avviata grazie all’intuizione di un giovane ufficiale che, osservando un nuovo mezzo di trasporto – la bicicletta- affermarsi nella società di quell’epoca con grande fervore, percepì da subito le enormi potenzialità che l’utilizzo della stessa avrebbe reso nello spostamento di truppe in combattimento sui vari scenari di guerra.
Il tenente Luigi Natali, a cui fanno riferimento queste note, faticò non poco per affermare la sua idea ma alla fine, grazie al comandante della scuola di tiro di Parma, il generale Carlo Ferraris, il brillante concetto di tatticismo militare fu accolto in via sperimentale dallo stato maggiore.
Il Natali, passato nel frattempo al grado di capitano, fu cosi incaricato di formare la prima compagnia di Bersaglieri ciclisti : era il 15 marzo 1898.
Avevano il telaio pieghevole per essere trasportate agevolmente in spalla, i tubolari pieni affinchè si evitassero forature inopportune durante l’azione sul campo e sulla canna centrale, applicata con delle cinghie, vi era una sacca simile ad una cartella.
C’era il campanello sul manubrio e sull’anteriore vi era il freno a bacchetta, ma in questa versione vennero assegnate solo agli ufficiali.
Per il freno posteriore si usava lo scatto fisso sulla trasmissione che era a catena.
Vari i modelli di bicicletta approntati: per fucilieri, per mitragliatori e per porta munizioni.
Dopo qualche tempo, esattamente nel 1908, per il corpo dei Bersaglieri venne introdotto un nuovo modello: la “Carraro”.
Telaio pieghevole, spallabile, con sacche zainetti e un porta fucile. Il peso a pieno carico era di ben 30 Kg.
Successivamente nel 1911, il ministero della guerra, indisse un bando per la fornitura di biciclette a tutti i battaglioni.
L’appalto fu vinto dalla ditta di Edoardo Bianchi con il modello 1912.
Il suo peso era di 16 Kg. non affardellata, aveva cinghie e attacchi studiati per facilitare il trasporto a spalla, i cerchi erano più piccoli con gomme piene antiforatura: novità assoluta per l’epoca furono poi i due ammortizzatori sulla ruota anteriore e sulla forcella posteriore, in modo da rendere il telaio meno rigido, un freno anteriore a bacchetta e lo scatto fisso.
Oltre al classico modello 1912, nel 1924 fu affiancato il modello 1923 ; la differenza sostanziale risiedeva nel telaio, non più pieghevole ma fisso a trapezio con un peso di 24 Kg. di colore sempre grigioverde.
L’ultimo modello realizzato dalla “Bianchi” fu il 1939: con corpo pieghevole in acciaio, era provvisto di molleggi sia sul telaio sia sulla forcella.
Mentre la forcella era molleggiata attraverso leve che oscillavano, il telaio aveva una sospensione telescopica con una molla cilindrica appena sotto una sella di nuova realizzazione che, rivestita in pelle, fu resa più confortevole dalll’aggiunta di due molle situate al di sotto, nella parte posteriore.
Di seguito potrete osservare foto e disegni originali delle bici in questione.